NEL DETTAGLIO
Dimensioni
255 x 27 x 31 cm (ciascun elemento)
Tecnica
Cranio umano, cranio di zinjanthropus ricostruito, favo di calabroni, isolatore elettrico acqua, cervello in cera, bacheche in vetro, piedistalli in ferro
Descrizione
L’opera viene presentata nel 1993 alla mostra Claudio Costa. Le case dell’essere (Castelfranco Veneto, Casa del Giorgione e Roma, Galleria Immart). In quell’occasione l’artista confida a Enrico Crispolti di essere interessato alla “maestà dell’uomo d’oggi, cervello e cuore”. I temi di cui l’artista si occupa da un trentennio prendono così nuova vita, soprattutto perché l’Africa gli appare a inizio anni Novanta una “casa” sconosciuta, una “trappola” dove antico e moderno coesistono. Questi assemblages diventano quindi confronti fra mondi: da un lato il cranio umano, dall’altro quello di un primate. Se sul primo Costa costruisce una nuvola-favo, destinata a sfarinarsi, il secondo è annegato ma emerge dalla calotta un cervello di cera, come se fosse la prefigurazione di un destino.