
AUGUSTUS WELBY PUGIN, 1812-1852
Augustus Welby Northmore Pugin è forse il più influente degli architetti inglesi dell’Ottocento. Difficilmente si potrebbe trovare un padre putativo più illustre per le idee che ispirarono gran parte dei movimenti di riforma nel design inglese. I suoi genitori erano di origini non particolarmente agiate: il padre era un designer francese emigrato in Inghilterra. La giovinezza di Pugin è segnata dalla bancarotta che subisce tre anni dopo aver dato vita alla sua prima azienda di mobili. Si converte quindi al cattolicesimo romano, nel 1835, e nel giro di sette anni disegna trentasei chiese: arriverà a più di cento, nel corso della sua breve vita. Nel 1836, pubblica un libro destinato a passare alla storia, intitolato Contrasts, dove il Medio Evo appare come epoca dell’utopia e il mondo contemporaneo è segnato dalla corruzione e dallo sfruttamento. Tuttavia Pugin credeva anche che solamente un’architettura e un design “onesti” potessero contribuire al progresso dell’umanità. Questo lo porta a instaurare collaborazioni con artigiani e aziende nel campo dei mobili, della ceramica, del metallo che condividono la sua abnegazione ela sua visione innovativa. Dopo l’incendio che distrugge il Parlamento inglese (1834) e la vittoria del concorso per la ricostruzione da parte di Charles Barry (1836), Pugin viene incaricato di eseguire la maggior parte dei disegni necessari alla progettazione. Il lavoro è talmente pesante che dopo aver consegnato a Barry il disegno per il Big Ben Pugin ha un crollo totale, che nel giro di alcuni mesi lo porta alla morte, a soli quarant’anni. Barry non avrebbe riconosciuto a Pugin alcun credito per il suo impegno, per lasciare che meriti e onori ricadessero interamente su di lui. La sua riscoperta viene ulteriormente ritardata per via dell’ostilità professata da John Ruskin e si deve invece agli architetti inglesi che ne compresero la portata e ne svilupparono le idee, come George Edmund Street, nel cui studio fra l’altro si incontrarono per la prima volta Philipp Webb e William Morris.
