NEL DETTAGLIO
Dimensioni
86.4 x 67.3 cm
Tecnica
Olio su tela
Descrizione
Tom Phillips ha dato le seguenti indicazioni su quest’opera:
Questo quadro è vagamente ispirato a una piccola riproduzione in bianco e nero di un dipinto attribuito (anch’esso vagamente, credo) a Signorelli. Raffigura il poeta visto attraverso la finestra di una stanza senza finestre o caratteristiche particolari. Mi sono discostato da questa fonte sotto quasi tutti gli aspetti e ho introdotto una finestra sul retro che si affaccia su un paesaggio quasi metafisico che include uno sperone roccioso (ispirato da una fotografia di nudo in una rivista erotica chiamata “In Depth”), davanti al quale si erge un cipresso, un riferimento tradizionale alla morte, ma in questo caso per la forma e per la posizione si riferisce a un fallo. Questa giustapposizione richiama l’idea che ogni discesa agli inferi sia uno stupro della Madre (Terra), il cui ingresso villoso all’interno di questo paesaggio è la selva oscura in cui il poeta scopre se stesso all’inizio della Commedia. È presente anche, e si erge dal mare, la Montagna del Purgatorio, che forma, per così dire, un seno ausiliario alla figura rocciosa reclinata, essendo il Purgatorio il luogo del nutrimento spirituale.
I libri sulla destra dell’immagine forniscono una chiave di lettura e un indice cromatico dell’immagine nel suo complesso. Sono intitolati AMOR, MARO e ROMA, ciascuno dei quali è un anagramma dell’altro.
[…]
La fisionomia di Dante si basa sull’immagine tradizionale di un asceta dal volto affilato che ci è stata tramandata in gran parte oralmente attraverso la maschera mortuaria, probabilmente falsa, il busto del Torrigiano a Napoli e i dipinti di Raffaello e Botticelli. Le mani sono le mie e sono state disegnate dal vero, anche se adattate alle esigenze geometriche del dipinto.
Tutto quanto sopra potrebbe essere descritto come la griglia iconografica dell’immagine, che a sua volta è mantenuta in armonia da relazioni bidimensionali grazie a una griglia matematica basata sulla Sezione Aurea. Ogni punto di congiunzione e origine e i limiti di ogni tratto del disegno sottostante si incontrano nella confluenza delle linee principali generate e derivate da tale griglia.
In un certo senso tutto questo è secondario, poiché la presenza di una tale rete di connessioni simboliche (non più complicata, dopotutto, del percorso dal mio studio di Peckham alla Royal Academy) e le proprietà matematiche che le accompagnano garantiscono solo la serietà dell’opera. Un oggetto molto sdolcinato e sterile potrebbe comprendere tutti gli aspetti sopra menzionati. Solo se l’immagine comunica come un’unità emotiva vale la pena di leggere tutte queste cose.
(Tom Phillips, Works and Texts, Londra, Thames and Hudson, 1992, p. 233)