TETSUMI KUDO, 1935 -1990

TETSUMI KUDO, 1935 -1990

Kudo nasce a Osaka in una famiglia di pittori ed educatori, che si trasferisce nella regione di Aomori, nell’estremo nord dell’isola di Honsu. L’infanzia dell’artista è segnata dalla morte del padre e da una giovinezza irrequieta, come lui stesso ebbe a raccontare. Quando frequenta l’Università nazionale di Belle Arti di Tokyo dal 1954 al 1958, il suo atteggiamento è del tutto antiaccademico: “scoprivo la necessità di creare al mio interno un’antieducazione”. Nel 1962, vince un premio che gli permette di andare a Parigi, dove si installerà a lungo, rientrando definitivamente in Giappone nel 1990. Sin dai suoi esordi, l’artista produce e assembla oggetti provocatori e inspiegabili, rifiutandosi spesso di fornire spiegazioni che vadano oltre i titoli delle opere. In una delle rare testimonianze realmente spendibili in termini critici, nel 1981, Kudo ha dichiarato a proposito di questa sua stagione:

 

“Verso il 1960, ero negativamente influenzato dalla filosofia e dalla letteratura francese – cose come la rigenerazione e liberazione dell’umanità europea… concetti europei erano costantemente importati da intellettuali giapponesi estremamente determinati… e il concetto “perdita dell’umanità” divenne una sorta di parola d’ordine, o per parafrasare in uno stile comico, “impotenza dell’umanità”… decisi di riesaminare la cosa attraverso alcune opere critiche… così provai a fare dei lavori che fossero come una mappa o un diagramma di questa [condizione].”

 

La “filosofia dell’impotenza” di Kudo si fa presto strada a Parigi con happenings e mostre promosse da una cerchia di artisti e critici, come Friedensreich Hundertwasser, Robert Lebel e Alain Jouffroy, che sostengono un giapponese che fatica a parlare sia inglese che francese. Le opere possono variare di formato – gabbie, scatole o intere stanze – ma il proposito è sempre dimostrare che viviamo in un clima di controllo a cui è impossibile sfuggire e che il valore degli oggetti e delle vite, umane o animali, è azzerato e posto sullo stesso piano. Contro l’intenzione dell’artista, per via della nazionalità giapponese, queste prime apocalissi vengono associate alla distruzione causata dalla bomba atomica. Solo dal ’68 Kudo inizia a lavorare sulla radioattività e anche a esporre fuori dalla Francia. Nel ’72 arriva la prima personale in un museo, allo Stedelijk di Amsterdam.

 

Fonte bibliografica: Your Portrait. A Tetsumi Kudo retrospective, catalogo della mostra (Osaka, The National Museum of Art, 2013-2014; Tokyo, The National Museum of Art, 2014; Aomori, Aomori Museum of Art, 2014) a cura di Takashi Fukumoto, Toru Ikeda, Takayo Lida, Tomohiro Masuda, Yuka Miyata, Yasuyuki Nakai, Rui Okabe, Shogo Otani, Atsuhiko Shima, Osaka, Daikin Foundation for Contemporary Art, 2013.

 

Crediti fotografici: casa editrice Shinchosha

 

TETSUMI KUDO, 1935 -1990